Comunque rimedio subito raccontandovi un tragitto davvero molto istruttivo.
L'altro giorno tentavo inutilmente di reggermi nella calca del bus mattutino. C'era un nutrito gruppo di ragazzi del liceo che andava a visitare La Sapienza, e un gruppo di abituè che leggeva o guardava fuori. Non so come è cominciata, ma una discussione ha iniziato a sovrastare (solo nella mia mente) il vociare dei liceali.
Da una parte avevo una diciottenne che diceva all'amica:
- Mi piace tanto mia nonna: me fa sgarà!
E dall'altro un trentenne frustrato che dialogava dell'"ipertrofia burocratica italiana" con una sua vicina di posto.
Da lì hanno cominciato a parlare dell'Alitalia, della soluzione di Air France, del fatto che le hostess non hanno il diritto di pretendere niente di più perchè sono "cameriere per aria", del precariato e della sua inadeguatezza.
Dall'altra parte ragazzine ascoltavano con l'altoparlante una canzone sul cielo blu perchè adesso ci sei tu.
In quel momento ho capito perchè i ragazzini la mattina nell'autobus suscitano così tanto fastidio nei pendolari cittadini (me compresa): sono completamente avulsi dalla realtà, spensierati e allegri.
Noi invece continuiamo a rimuginare sui nostri problemi, a pensare al lavoro che ci aspetta: tutt'al più cerchiamo di recuperare il sonno perso.
In questa improvvisa consapevolezza ho trovato tutta la tristezza della mia vita attuale: quella che ne è seguita non è stata una buona giornata...