Le mie avventure sugli autobus romani continuano e non migliorano.
Oggi una signora ha cercato di farmi emulare Merylin Monroe e Kelly Le Brock insieme sollevandomi completamente la gonna mentre si faceva strada sul 90 con le sue buste ingombranti.
Ieri invece ho assistito alla solita conversazione "sistavameglioquandosistavapeggio" condotta da due vecchietti (non coetanei).
Tutto è partito da una mamma che per spostare il passeggino ha urtato il carrellino (vuoto) della spesa del vecchietto 'giovane': la signora ha chiesto scusa ma in un italiano stentato...da qui è partita l'invettiva. Il signore borbottando verso quello di fronte ha sottolineato come 'ai tempi nostri' le madri tenevano sempre in braccio i propri figli, che non se ne può più di tutta questa gente in giro, tutti stranieri, ovunque. Il vecchietto 'anziano' gli ha chiesto maliziosamente "lei è calabrese vero"?
Il 'giovane' non è sembrato cogliere l'ironia e riassunto brevemente la sua vita dicendo che era calabrese del centro, era stato un po' di anni in Germania a lavorare e da parecchio tempo viveva a Roma: una sintesi, insomma, di tutto quello di cui si lamentava.
Una donna-tappo invece declamava a gran voce le sue conquiste sul posto di lavoro e l'autista ascoltava la musica con gli auricolari ad un volume così alto da fare da sottofondo al tutto.
Queste molteplici esperienze quotidiane mi hanno fatto riflettere ulteriormente su un articolo pubblicato sul numero 748 dell'Internazionale:
Secondo Graham i discorsi della gente per strada, il comportamento di questi agglomerati di persone ci fanno capire in che tipo di città stiamo vivendo e che tipo di ambizioni possiamo soddisfare lì. Secondo l'autore le città grandi sono per le persone ambiziose ed è anche grazie allo spirito che ci circonda che possiamo concretizzare i nostri sogni lavorativi e non.
Mi sono chiesta perchè non mi piaccia Roma, ma ami Torino, perchè mi sia trovata tanto bene a Copenhagen ma non abbia mai avuto il desiderio di viverci, perchè la mia città natale mi stia stretta pur avendo abitudini di vita conformi alle mia ecc.. Forse la risposta è anche dentro questo articolo e le mie esperienze da pendolare cittadino.
Vorrei capire a questo punto dove potrei vivere sentendomi perfettamente a mio agio, quale città comunichi insomma un messaggio congeniale alle mie 'ambizioni', quale città abbia i discorsi più interessanti per me.
In che città vivete e qual'è il messaggio che comunica?
Passo il testimone a chiunque abbia voglia di rispondermi: allo stesso tempo un'indagine sociale e un meme per tutti.
Oggi una signora ha cercato di farmi emulare Merylin Monroe e Kelly Le Brock insieme sollevandomi completamente la gonna mentre si faceva strada sul 90 con le sue buste ingombranti.
Ieri invece ho assistito alla solita conversazione "sistavameglioquandosistavapeggio" condotta da due vecchietti (non coetanei).
Tutto è partito da una mamma che per spostare il passeggino ha urtato il carrellino (vuoto) della spesa del vecchietto 'giovane': la signora ha chiesto scusa ma in un italiano stentato...da qui è partita l'invettiva. Il signore borbottando verso quello di fronte ha sottolineato come 'ai tempi nostri' le madri tenevano sempre in braccio i propri figli, che non se ne può più di tutta questa gente in giro, tutti stranieri, ovunque. Il vecchietto 'anziano' gli ha chiesto maliziosamente "lei è calabrese vero"?
Il 'giovane' non è sembrato cogliere l'ironia e riassunto brevemente la sua vita dicendo che era calabrese del centro, era stato un po' di anni in Germania a lavorare e da parecchio tempo viveva a Roma: una sintesi, insomma, di tutto quello di cui si lamentava.
Una donna-tappo invece declamava a gran voce le sue conquiste sul posto di lavoro e l'autista ascoltava la musica con gli auricolari ad un volume così alto da fare da sottofondo al tutto.
Queste molteplici esperienze quotidiane mi hanno fatto riflettere ulteriormente su un articolo pubblicato sul numero 748 dell'Internazionale:
Ascoltate i discorsi delle città
Ogni metropoli manda dei messaggi: dovresti vivere meglio, dovresti essere più ricco o leggere di più. Il posto in cui abbiamo scelto di vivere rivela le nostre ambizioni, scrive Paul Graham.
Secondo Graham i discorsi della gente per strada, il comportamento di questi agglomerati di persone ci fanno capire in che tipo di città stiamo vivendo e che tipo di ambizioni possiamo soddisfare lì. Secondo l'autore le città grandi sono per le persone ambiziose ed è anche grazie allo spirito che ci circonda che possiamo concretizzare i nostri sogni lavorativi e non.
Mi sono chiesta perchè non mi piaccia Roma, ma ami Torino, perchè mi sia trovata tanto bene a Copenhagen ma non abbia mai avuto il desiderio di viverci, perchè la mia città natale mi stia stretta pur avendo abitudini di vita conformi alle mia ecc.. Forse la risposta è anche dentro questo articolo e le mie esperienze da pendolare cittadino.
Vorrei capire a questo punto dove potrei vivere sentendomi perfettamente a mio agio, quale città comunichi insomma un messaggio congeniale alle mie 'ambizioni', quale città abbia i discorsi più interessanti per me.
In che città vivete e qual'è il messaggio che comunica?
Passo il testimone a chiunque abbia voglia di rispondermi: allo stesso tempo un'indagine sociale e un meme per tutti.