L'Italia che ho conosciuto somiglia troppo ad un gattone che sta sdraiato sul divano di casa, dorme molto e si sveglia solo per riempire l'aria con i suoi lamentosi miagolii.
Questo è un estratto molto breve, ma abbastanza esplicativo, tratto dall'articolo scritto per "L'internazionale" da Jeff Israely, ex-corrispondente dall'Italia del settimanale Times che si è recentemente trasferito a Parigi.
L'articolo non delinea il solito ritratto pressapochista dell'Italia, anzi proprio la lucidità della sua analisi mi ha colpito. E' un articolo ironico ma acuto sul rapporto di un tipico americano con la vita italiana/romana.
Roma è una città eterna e sembra che tutti se la prendano comoda, affrettandosi solo a lamentarsi. Qualche giorno fa ho assistito ad una discussione sul bus: molti qui presuppongono di lavorare e di fare sempre più degli altri, ma in realtà perdono solo un sacco di tempo a discuterne.
Pausa caffè, pausa colazione, pausa sigaretta, pausa telefonataadunamicochenonsentodatanto... E se, come suggerisse Israely, i nostri problemi iniziassero proprio da qui?